Visual Search: la rete di ricerca vista da occhi diversi

Google Immagini è il secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo - Nuove prospettive per l’esplorazione del Web
16 marzo 2021

 

Hai mai pensato di comprare il paio di scarpe dei tuoi sogni semplicemente scattando una foto? Può sembrarti un’invenzione da Ritorno al Futuro, ma è tutto vero.

È dagli albori di internet che siamo stati abituati ad utilizzare combinazioni di parole (le cosiddette query) per chiedere ai motori di ricerca di traghettarci verso il sito o il contenuto da noi desiderato. In un certo senso, abbiamo sempre e solo parlato a servizi come Google o Bing, ma la tecnologia come sempre compie passi da gigante e oggi è in grado di fornirci un nuovo modo di comunicare con i search engine.

Nonostante le parole continuino ad essere il punto focale del funzionamento dei motori di ricerca, negli ultimi anni si è fatto strada un nuovo strumento per l’esplorazione sulla rete: l’utilizzo delle immagini. Esse diventano delle nuove query di ricerca e ampliano le possibilità offerte agli utenti immersi nel viaggio per trovare, ma anche e soprattutto comprare, l’oggetto del proprio desiderio.

Vivere attraverso gli occhi

Le nostre modalità di acquisto in negozio coinvolgono da sempre l’aspetto visual: più che al cartellino recante il nome di ciò che vogliamo acquistare, facciamo attenzione al packaging, alla forma, alla texture e alle peculiarità estetiche dell’oggetto che vogliamo ritrovare. Infatti, uno degli statement più famosi relativi alla Visual Search proviene da Amazon e indica come essa risponda a

“due esigenze molto comuni tra gli utenti, cioè il ‘non sapere cosa si desidera, ma saperlo nel momento in cui la/lo si scorge’ e ‘desiderare qualcosa, ma non conoscerne il nome’ ”.
Photo by Eduardo Soares on Unsplash

Inoltre, con il passare degli anni, il mondo diventa sempre più digitale e contemporaneamente concentrato sempre più sull’aspetto visivo, basti pensare agli sforzi compiuti dai giganti del tech, che sulle loro piattaforme social e commerciali coinvolgono un quantitativo di materiale visual in costante e rapida crescita. Servizi come Instagram o Pinterest sono ormai entrati a far parte delle nostre vite in maniera stabile e quindi anni fa, all’alba di questa svolta dell’imaging, non c’era da chiedersi se un meccanismo del genere sarebbe arrivato, ma quando sarebbe arrivato. A tal proposito, il co-fondatore della prima delle due piattaforme appena citate, Kevin Systrom, pensa che gli umani comunichino da sempre attraverso il linguaggio visivo e che in realtà scrivere sia solo una deviazione da tale percorso, al quale si sta ritornando in questa epoca moderna. Egli concepì la piattaforma appena citata come uno strumento di comunicazione, in cui raccontare la propria storia.

Sembra magia..

Allo stesso modo delle parole, lette e abbinate ai miliardi di risultati disponibili in internet, l’intelligenza artificiale analizza le immagini che le diamo in pasto, cercando di comprendere al meglio cosa è contenuto nel file utilizzato e di restituirci proposte abbinate ad esso nel migliore dei modi possibili. È un servizio in costante miglioramento, che utilizza meccanismi di machine learning, non ancora perfetto, ma ha già raggiunto tappe importanti: gli ultimi dati di Jumpshot e Sparktoro mostrano come Google Immagini sia il secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo, secondo solo al suo “fratello maggiore”, il classico Google.

Fonte

Il fatto che la Visual Search abbia già toccato questi risultati essendo allo stesso tempo un servizio non perfezionato al 100% parla chiaro sul suo successo.
Inoltre, in un recente studio, è stato stimato che il valore del mercato della Visual Search raggiungerà e supererà i 28 miliardi di dollari (dai 6,6 del valore del 2018), con un tasso di crescita annuo del 17,5%.

..ma c’è tanto lavoro dietro

Per dialogare al meglio con l’Intelligenza Artificiale e quindi per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla Visual Search è necessario svolgere un lavoro di ottimizzazione SEO per le immagini caricate sui propri siti/piattaforme. In particolare, bisogna fare attenzione ad elementi come:

  • Il nome del file immagine, che sia preciso e adeguatamente descrittivo;
  • Una didascalia che accompagni l’illustrazione;
  • L’utilizzo dell’Alt Text, cioè di vero e proprio “testo alternativo” e descrittivo dell’immagine che finisce nel codice HTML del sito;
  • La creazione di un sitemap XML per immagini, un file-planimetria che descriva il contenuto visivo del tuo sito. È necessario ai fini di indicizzazione;
  • Ovviamente, il contenuto che circonda l’illustrazione deve essere coerente con essa.

Casi studio sulla Visual Search

Come già citato in precedenza, numerosi colossi del tech e del commercio hanno già integrato la Visual Search nei propri ecosistemi.
Esempi virtuosi includono quelli di:

Interfaccia di Google Lens. Fonte
  • Google Lens: il meccanismo inventato da Big G consente di avviare una ricerca attraverso l’utilizzo di un’immagine o semplicemente utilizzando la fotocamera contenuta nel proprio smartphone (e proprio per questo motivo, numerosi produttori di smartphone Android stanno integrando le funzioni di Lens nelle proprie app fotocamera). Puntandola verso l’oggetto che si desidera utilizzare come punto di partenza, Lens lo riconoscerà per merito dell’intelligenza artificiale e del machine learning di Google e restituirà risultati affini all’input. Le sue funzioni non si limitano a queste appena citate, ma coinvolgono azioni extra come la traduzione di testo o il riconoscimento di piante ed animali;
  • Pinterest Lens: il social network cult del mondo visual possiede un motore di ricerca simile a quello inventato da Google con Lens. Per accedervi, basta scaricare l’app sul proprio smartphone, accedere alla barra di ricerca e optare per la Visual Search attraverso l’apposita icona. Da lì si potrà produrre un nuovo scatto o sceglierne uno già disponibile nella memoria del device: fatto ciò, l’intelligenza artificiale di Pinterest farà partire la ricerca e restituirà i risultati più vicini agli input forniti;

  • Asos Style Match: allo stesso modo di Google e Pinterest, anche lo shop di abbigliamento ha un motore di ricerca basato sulla Visual Search, orientato al consigliare il miglior abbinamento con il capo protagonista delle immagini caricate e scattate.
Photo by Katka Pavlickova on Unsplash
  • Social commerce: questo e il prossimo esempio si riferiscono sempre all’utilizzo delle immagini come input e al mondo della Visual Search, ma in una maniera leggermente diversa da quelle citate fin’ora. Da qualche anno i grandi del mondo social, in particolare Facebook e Instagram, hanno deciso di integrare funzioni di marketplace all’interno delle loro piattaforme. Nascono così Facebook Shops e Instagram Shopping, le due nuove creature del gruppo americano. In particolare, la seconda è quella più affine all’argomento trattato fin’ora, in quanto aggiunge ai post di Instagram (esclusivamente grafici, ricordiamo) uno strato d’interfaccia che crea l’atmosfera dei negozi online: gli utenti possono cercare rapidamente i propri articoli preferiti e acquistarli con pochi tap sullo schermo.
  • Visual Search e realtà aumentata: le immagini possono contribuire allo shopping online di tutti i giorni in maniera futuristica. Numerose aziende, appartenenti soprattutto al mondo della moda e dell’arredamento (per esempio, Ikea), hanno sviluppato delle applicazioni che ci consentono di “provare” un capo d’abbigliamento, un accessorio o di vedere quale mobile ben si adatta all’angolo scoperto che abbiamo in salotto, semplicemente puntando la fotocamera del nostro smartphone verso lo specchio o una stanza. Sullo schermo del device vedremo avvenire l’incontro tra la realtà normale e quella virtuale. Alcuni smartphone, poi, possiedono particolari componenti che consentono loro di percepire meglio la profondità e di posizionare nel miglior modo possibile l’oggetto nello spazio reale: basti pensare alla gamma iPhone 12 Pro e al sensore LiDAR montato su essa.

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