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Social commerce: “Bel post, lo compro!”

 

Se sei un fan dei film fantascientifici, sarai sicuramente abituato/a a vedere all’azione algoritmi e intelligenze artificiali che, in accoppiata con le funzionalità di visori o speciali computer, permettono di accedere ad un set di dati aggiuntivi su ciò che ci interessa, tutto a portata dei nostri occhi.

Anche se non siamo (ancora) in Blade Runner o Deus-Ex, YouTube ha deciso di sfornare una novità degna di questi lavori di fantasia. È di poche ore fa l’annuncio dell’avvio del testing di una funzionalità denominata product detection: l’intelligenza artificiale del servizio di streaming video di Google si impegnerà a riconoscere gli articoli mostrati durante i video, per poi proporne direttamente l’acquisto direttamente sulla pagina: in particolare si legge che ciò avverrà “nella sezione dei video correlati e consigliati”. Provando ad immaginarne il funzionamento, il collegamento potrebbe rimandare al sito del produttore, oppure segnalare la disponibilità dell’oggetto desiderato presso alcuni rivenditori, raggiunti magari per via dell’integrazione con Google Shopping. Al momento questa è una feature limitata a pochi video appartenenti alla sezione statunitense della piattaforma, si attendono sviluppi per i test in tutto il mondo.

The Verge ipotizza che questo possa essere un passo in direzione dell’acquisizione della grande fetta di guadagni derivante dal settore dell’affiliate marketing, uno degli assi della manica dei creator di ogni settore e paese. Ti sarà capitato sicuramente di visionare un contenuto video in cui viene mostrato un prodotto, per poi sentire il/la protagonista dello stesso ricordarci che nel caso in cui avessimo voluto acquistare l’articolo, avremmo trovato un sito internet linkato nella descrizione. Quest’ultimo si rivela essere un link di affiliazione, ottenuto dalla collaborazione tra l’azienda che distribuisce l’articolo e il creator che lo sponsorizza e lo mostra al suo pubblico (o dal programma di affiliazione Amazon, attuabile da chiunque).

Fare shopping nel 2021

Interfaccia di Instagram Shopping, uno degli esempi più famosi di Social Commerce. Fonte

La product detection portata da YouTube appartiene al recente filone del social commerce, cioè dell’utilizzo delle piattaforme social come marketplace online veri e propri — sì, anche YouTube è una piattaforma social, per via delle possibilità di creare connessione ed interazione offerte agli utenti. Gli articoli vengono esposti per mezzo delle varie tipologie di post, che diventano vere e proprie vetrine; e in ulteriori casi arriva in aiuto anche l’utilizzo della realtà aumentata. Queste possibilità sono state citate brevemente nel nostro recente articolo sulla Visual Search (a proposito, non mancare di recuperarlo se non lo hai letto! Lo trovi qui) ed ora meritano senza dubbio di essere approfondite.

Analizzando il modo in cui il social commerce sta esplodendo, possiamo trovare un fil rouge che accomuna tutte le esperienze citate fin’ora, cioè l’aggiunta di un nuovo strato d’informazioni ai contenuti e ai post ai quali normalmente assistiamo facendo scrolling sulle nostre bacheche. La realtà dei social network si “divide” e muta, diventando multi-strato. Il cappellino indossato dalla celebrità o dall’influencer di turno che fino a questo momento abbiamo semplicemente osservato e al massimo mipiacciato acquista una nuova anima da oggetto di consumo. Il social commerce ha dalla sua delle feature che lo rendono sorprendentemente efficace: in primis, se si possiede una certa praticità nel gestire la propria pagina (Facebook, Instagram, Youtube o qualsiasi altra sia) il pubblico può considerarsi già radunato, l’audience per la parte store è già presente e si riduce quindi la quantità di risorse e tempo necessaria allo scouting della clientela; inoltre, si può immaginare che in futuro la clientela possa essere targettizzata e raggiunta non solo con gli ad che già conosciamo ed utilizziamo, ma anche con proposte dirette di acquisto di vari articoli.

Aggiudicarsi l’ultimo paio di sneakers alla moda, però virtualmente. Fonte

Infine, una potente alleata del social commerce è la realtà aumentata, nella quale viene identificato quel qualcosa in più per spingere tale modalità di compravendita verso vette inesplorate, come nel caso dei filtri di Instagram, che per molte aziende sono un mezzo fresco, giovane e curioso per pubblicizzarsi (ma anche per fare cassa, come testimonia il filtro di Gucci per Roblox e VRChat che propone delle scarpe 100% virtuali in vendita a 11,99€).

L’arrivo di YouTube nel mercato del social commerce fa viaggiare le menti geek e ci fa pensare a quali potranno essere gli sviluppi futuri del settore. Magari, tra qualche anno, qualsiasi app di streaming video sarà in grado di farci acquistare all’istante gli oggetti che vediamo su schermo, per mezzo di intelligenze artificiali molto evolute. Chi ci dice che il sistema “X-Ray” di Amazon Prime Video, che ci rivela i nomi degli attori mostrati sullo schermo in quel momento e la traccia musicale che li accompagna non possa evolversi in qualcosa di molto più futuristico, per tornare alle atmosfere rievocate in apertura dell’articolo?

Da qualche parte nel mondo si è già nel futuro

La struttura dell’e-commerce cinese. Fonte

La Cina è la portatrice dell’esempio più illustre di social commerce nel quale possiamo imbatterci girando il globo. I primi passi compiuti al momento dalle nostre piattaforme occidentali preferite verso l’integrazione tra social e marketplace sono già stati superati e messi alle spalle dal paese asiatico. Per merito anche di usi e organizzazioni diverse, senza dubbio, i consumatori cinesi possono godere di un’esperienza seamless e unificata, che permette di passare dall’usufruire dei contenuti social all’acquisto di un box di patatine o uno smartphone (e viceversa) in 2–3 tap.

Tutto ciò avviene sotto l’egida di due veri colossi del tech, che si spartiscono il mercato dell’enorme terra cinese: parliamo di Tencent e Alibaba. Entrambi possiedono sistemi di pagamento digitali (Wechat Pay e Ali Pay), store online a-là Amazon (JD e Tmall/Taobao rispettivamente) e le proprie piattaforme social, siano esse incentrate maggiormente sulla messaggistica (Tencent QQ) o sulla condivisione di video (Alibaba Youku).

Interfaccia dello shopping su WeChat. Fonte

Attraverso le app social si può accedere in pochissimi tocchi agli store, per poi con altrettanti click del dito pagare e ad acquistare l’oggetto desiderato. Si può comprare di tutto, dalla tecnologia alle cibarie di ogni giorno. Si possono ricevere i prodotti a casa o ritirarli in vari centri selezionati, ma le scelte non terminano qui: infatti, tra le altre possibilità, ci si può recare in negozio, pagare con il proprio sistema preferito (sempre integrato nell’app social che si usa costantemente) e ricevere gli articoli in casa. La libertà di scelta è ampia e denota la presenza di un’infrastruttura digitale notevole, ben integrata anche con il mondo fisico.

Che con il Live Commerce possano ritornare in auge in salsa moderna programmi come le famose televendite del Baffo? Fonte

Non paghi di tutto questo, i marketer cinesi hanno introdotto il live commerce, che in poche parole consiste nell’utilizzo di vere e proprie televendite in diretta sulle piattaforme social di video-streaming, condotte da influencer e con la possibilità di eseguire pochi tocchi ed acquistare il prodotto mostrato.

Come appena visto, le possibilità sono innumerevoli e in occidente abbiamo appena iniziato a scalfire la loro superficie. Chissà dove ci porteranno i social network, un giorno: noi non vediamo l’ora di scoprirlo.

Hai già usufruito del social commerce? Cosa ne pensi di questa integrazione con i marketplace? Raccontaci il tuo pensiero sulle nostre pagine social.