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Parole, parole, parole: il successo di Clubhouse e la nascita di un "esercito" di cloni.

 

Per Clubhouse è arrivato il momento di giocare con i grandi. È notizia di pochi giorni fa l’annuncio del loro primo programma di monetizzazione, Creator First. Per merito di quest’ultimo 20 creator verranno selezionati dall’azienda e verrà data loro la possibilità di promuovere il loro show e i loro contenuti. Ad essi sarà fornito in maniera gratuita tutto il materiale (hardware e software) di cui necessitano, supporto creativo dal team di Clubhouse e suggerimenti su ospiti da invitare all’interno del loro show. L’azienda svolgerà inoltre il ruolo di trait d’union tra i creativi e le aziende, che andranno a sponsorizzare in vario modo le live. Nel caso in cui non venissero trovati degli sponsor pronti ad investire sulle trasmissioni, Clubhouse stessa si impegnerà nel fornire sostentamento. Questo è solo l’atto più recente di una storia che ha già avuto dei risvolti sorprendenti.

E tu hai già sentito parlare di Clubhouse, vero? Il nuovo social network live audio-only partorito dalle menti di Rohan Seth e Paul Davidson, capi di Alpha Exploration, ha ottenuto in pochissimo tempo una crescita vertiginosa. Dopo aver attirato l’attenzione di numerose personalità virtuose del mondo dell’imprenditoria e dello spettacolo (basti pensare ad Elon Musk e a Kanye West, che hanno condotto uno show insieme) e aver visto la nascita dei primi show esclusivi della piattaforma come Good Time, News News News o The Lullaby Club, Clubhouse inizia ad affrontare delle tappe fondamentali sul proprio cammino per confermare la propria presenza tra le pietre miliari del mondo social, come l’avvio del programma di monetizzazione citato in apertura.

Un successo inaspettato e repentino

Nulla di meglio di qualche dato per presentare l’avanzata dirompente di Clubhouse.

La base di utenti è quintuplicata da gennaio a febbraio. Fonte
  • L’app si trova già alla decima posizione nella categoria Social Network dell’App Store statunitense e alla settima posizione nella corrispondente posizione italiana (ultimo controllo: 17/03/2021);
  • Nei primi mesi del 2021 il suo valore ha raggiunto la cifra di un miliardo di dollari;
  • Più di 180 investitori hanno scelto di puntare sulla piattaforma.

Non male, vero? E tutto questo in un solo anno, visto che proprio adesso, a marzo 2021 Clubhouse festeggia il suo primo compleanno.

Guardarsi le spalle, soprattutto dagli insospettabili

Si sa, però, che il mondo del tech propone una concorrenza spietata, come in molti altri settori. Infatti, gli altri giganti della Silicon Valley e non solo hanno iniziato vari percorsi di miglioramento dei loro servizi per rubare le luci della ribalta all’enfant prodige dell’universo dei social network. Purtroppo per la squadra di Seth e Davidson, non sono in pochi a stare alle calcagna di Clubhouse. Di seguito, una lista con tutti gli esempi più chiacchierati, iniziando con un competitor inaspettato che ha compiuto una giocata d’anticipo rispetto a tutti gli altri.

L’interfaccia delle Chat Vocali 2.0 di Telegram. Fonte
  • Telegram. È inusuale raccontare di come la controffensiva più massiccia verso Clubhouse provenga da un’app di messaggistica, ma negli ultimi minuti il team di Pavel Durov ha rilasciato un aggiornamento di Telegram che introduce le Chat Vocali 2.0, un sistema di comunicazione audio-based che richiama fedelmente quello del servizio americano. Mentre nella prima versione è stato limitato ai gruppi, ora ha invaso anche i canali, portando con sé le features “Clubhousiane” (alzata di mano e inviti per gli speaker ad esempio) e due aggiunte che pesano come una mano da all-in durante una partita di poker: la registrazione delle conversazioni e nessun limite al numero di partecipanti in ognuna di esse.
  • Facebook. Il New York Times ha rivelato durante lo scorso mese che il colosso ha commissionato al suo team un’applicazione molto simile alla neonata Clubhouse. Lo sviluppo è in uno stato embrionale, quindi le tempistiche su un eventuale rilascio sono ancora confuse e incerte;
Interfaccia delle Live Rooms. Fonte
  • Instagram. La “figlia acquisita” del gruppo di Zuckerberg non è nuova al riprendere features e funzionalità peculiari di altri social network, ne sono esempi le Storie, riprodotte sulla base di quelle di Snapchat o i Reel, mini video dalla durata massima di un minuto ispirati al modello di Tik Tok. IG ha già iniziato a svelare alcune delle sue carte nella sfida contro Clubhouse, introducendo le Live Rooms, cioè una funzionalità aggiuntiva della sezione live in cui fino a quattro persone possono contemporaneamente ricoprire il ruolo di host. Da notare, però, che le Live Rooms prevedono l’utilizzo del video live-streaming, a differenza della piattaforma di Alpha Exploration che, ricordiamo ancora una volta, si focalizza esclusivamente sull’audio.
  • Twitter. Il social dei cinguettii ha deciso di acquisire l’app di social podcasting Breaker, per le loro conoscenze sul mondo dell’audio. Ciò serve loro per migliorare il nuovissimo servizio che hanno avviato da poco con un soft launch, Spaces. Esso ripercorre il funzionamento di Clubhouse e richiama anche la sua disponibilità sui vari sistemi operativi: solo pochi utenti iOS possono avviare uno Space (che però può essere seguito sia utenti della Mela che da quelli Android).
  • Fireside. Ti è nuovo questo nome, vero? È la denominazione del nuovo progetto di Mark Cuban, imprenditore americano da sempre abituato a dividersi tra settori diversi, come l’NBA, Shark Tank o persino la carriera attoriale (!). La nuova idea di Cuban è proprio Fireside, un’applicazione il cui concept riprende molto quello di Clubhouse, ma con un’immagine orientata maggiormente sul podcasting e una sostanziale differenza rispetto al servizio di Alpha Exploration, cioè la possibilità di registrare le conversazioni audio (uno dei capisaldi dell’ecosistema di Clubhouse). I rumour si dividono a metà su Fireside: da un lato abbiamo voci su un suo debutto nel corso di quest’anno, dall’altro viene segnalato uno sviluppo ancora in stato embrionale, ancora vicino al mero scheletro-concept.

Clubhouse si ritrova quindi ad essere braccata da colossi e non dell’universo digital, desiderosi di prendere una pepita più o meno grande dalla miniera d’oro avviata da essa. Come si difenderà lo scopriremo nei prossimi mesi, anche perché le aspetta ancora una prova molto ardua, lo sbarco su Android. Il sistema operativo di Google, forte di un 71,9% di market share mondiale a febbraio 2021, è la prossima base da conquistare per il giovane servizio, anche perché, come visto dalla lista qui sopra, i competitor di Clubhouse abbracciano di già un approccio multi-OS, anche multi-device (pochi anni fa un tweet inviato da un frigorifero smart di LG fece ridere il mondo intero.
Alla fine il cinguettio si rivelò fake, ma nessuno vieta che possano essere introdotti a brevissimo degli aggiornamenti che portino le app social anche su lidi come gli smart fridge..) in maniera capillare. Gli ultimi aggiornamenti parlano di nuove assunzioni all’interno del team di Clubhouse per lo sviluppo dell’app dedicata al robottino verde e di due mesi di attesa circa per scorgere i primi sviluppi a riguardo.

Hai già provato Clubhouse? Cosa ne pensi, qual è la tua opinione sul suo futuro? Raccontacelo facendo un salto sui nostri canali social.