Apple e Google Pay ➡️ frictionless e-commerce
Vivresti senza smartphone nel 2021?
Le piccole scatole che ci portiamo in tasca hanno compiuto passi da gigante e se 20 anni fa costituivano un mero mezzo per non dipendere più dalle cabine telefoniche, ora sono l’hub, il centro di gestione di tutta la nostra vita.
Lo smartphone funge da macchina fotografica, navigatore, lettore musicale, piattaforma di lavoro e anche canale di shopping. Interagendo con il display touch del nostro device (ricordi i tasti? Sembra una vita fa..), infattim possiamo accedere ad infinite possibilità di acquisto: bastano solo pochi tap. E le cifre raggiunte dal mercato del mobile commerce sono notevoli: per Business Insider il suo valore nella terra a stelle e strisce ha raggiunto i 284 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno, un numero pari al 45% dell’e-commerce totale statunitense. Per Statista il 73% delle vendite e-commerce dell’anno corrente sarà generato da dispositivi mobile.

I modi in cui poter dare fondo ai propri risparmi via telefono/tablet sono molteplici: nel corso degli anni sono nati fenomeni come il social commerce, di cui abbiamo parlato in un nostro recente articolo, ma il tradizionale e-commerce la fa da padrone e la sua crescita continua ad essere esponenziale.
Infatti, il report di Shopify “The Future of E-Commerce” segnala come nel primo quarto dell’anno scorso abbiamo potuto assistere ad una crescita del settore che in condizioni normali avverrebbe nell’arco di dieci anni.
Inoltre, sempre la stessa ricerca suggerisce come il 50% circa degli individui continuerà a comprare più frequentemente online, finita la pandemia e che più del 40% manterrà di buon grado l’abitudine di usare i pagamenti mobile. Questi ultimi sono stati rivoluzionati negli ultimi anni dall’arrivo di applicativi che consentono di trasformare il proprio smartphone (o un qualsiasi altro device che supporti il chip NFC) in un vero e proprio portafoglio, come Apple Pay o Google Pay.

Le modalità di pagamento mobile sono strumenti in rapidissima crescita, aiutate soprattutto dall’utilizzo che ne fanno gli individui appartenenti alle nuove generazioni. Secondo il The Washington Post, che ricorda come il 90% dei millennial possieda uno smartphone e lo utilizzi abitualmente, il 73% di questi ultimi pensa che si giungerà al momento in cui qualsiasi tipo di pagamento potrà essere realizzato con un device portatile. Un’altra statistica rilevante proveniente dallo stesso studio è l’idea, attribuita al 70% degli intervistati (non solo appartenenti alla generazione dei millennial) che entro il 2030 i pagamenti da mobile andranno a superare quelli compiuti con contanti o carte di credito di vario tipo.

Cupertino vs. Mountain View
Apple Pay e Google Pay costituiscono gli esempi più salienti di piattaforme di pagamento mobile, poiché realizzati dai giganti di Cupertino e Mountain View e diffusi sui miliardi di dispositivi che montano sistemi operativi come Android, iOS, WearOS, WatchOS e chi più ne ha più ne metta. Per il primo, Statista stima 500 milioni di utenti attivi nel 2020, mentre per il secondo è stato fissato il traguardo dei 100 milioni di utenti attivi durante l’anno appena trascorso, sempre dal gruppo di studi statistici appena citato. Inoltre, per quanto siano stati creati da due veri e propri acerrimi rivali, condividono tra di loro molte caratteristiche:
- Entrambi memorizzano le informazioni delle proprie carte di credito — ed anche delle carte fedeltà/punti, così da avere tutto in un unico posto — in una sezione definita wallet — portafoglio — del dispositivo in uso;
- Entrambi utilizzano un sistema di tokenization per offuscare i dati della propria carta nel momento in cui viene effettuata la transazione: l’insieme di essi viene racchiuso in una stringa di codice alfanumerico generata in maniera assolutamente randomica e sicura, neanche il venditore può risalire ai dati originali attraverso l’analisi del token;
- Come già citato in precedenza, entrambi si basano sull’utilizzo del chip NFC (Near Field Communication), contenuto in tutti i dispositivi abilitati ai pagamenti mobile. Il chip NFC, per merito del meccanismo RFID — Radio Frequency Identification — scambia i dati necessari con il terminale in modo rapido, pratico, ma soprattutto totalmente contactless, in quanto il device deve essere semplicemente avvicinato al POS di turno: l’ideale per evitare di maneggiare denaro contante in questo periodo;
- Per abilitare il pagamento è necessario, in entrambi i casi, che il dispositivo sia sbloccato attraverso l’inserimento di un passcode o con il riconoscimento biometrico (viso o impronta digitale), quindi la sicurezza è garantita e non possono esserci pagamenti accidentali o azioni compiute da malintenzionati che sfruttano il meccanismo.

Questi due servizi potrebbero rendere la solita esperienza che si vive negli e-commerce di tutto il mondo.
Per capire come dobbiamo fare un passo indietro e dare un’occhiata alle motivazioni che più di frequente spingono ad abbandonare il carrello nei marketplace online. Tra le più gettonate abbiamo l’arrivo di costi inaspettati di qualsiasi tipo visibili solo nell’istante immediatamente precedente il pagamento, la presenza di una return policy non soddisfacente, l’assenza di modalità di spedizione rapida, ma nei primi posti di ogni chart (come questa del Baymard Institute) troviamo l’esperienza di checkout lunga e confusionaria, magari condita dalla creazione obbligatoria di un account. Per quanto il retargeting marketing sia sempre un importante mezzo di recupero dell’utenza incerta, il Baymard Institute indica come migliorando il processo di checkout si possa ottenere un aumento nel conversion rate del 35% (percentuale massima ottenibile) e il recupero di un massimo di 260 miliardi di dollari di acquisti.

L’aggiunta dei pulsanti dedicati ad Apple Pay e Google Pay nei proprio e-commerce semplifica di molto la transazione: con un tap l’utente vedrà riempiti i campi necessari al pagamento e in alcuni casi dovrà inserire solamente il codice di sicurezza che si trova sul retro della propria carta di riferimento. Questa feature permette di far emergere il proprio shop online in mezzo alla concorrenza e si rivela essere un’arma di fidelizzazione dell’utente, che sarà invogliato a tornare in un e-commerce che offre un’esperienza confortevole e frictionless.
Hai mai utilizzato Apple Pay o Google Pay? Usufruisci abitualmente di un device mobile per effettuare transazioni e portare a termine i tuoi acquisti? Raccontaci la tua esperienza e la tua opinione sui nostri canali social.